Il suolo vesuviano è caratterizzato dalla grande fertilità dei terreni dovuta alla presenza dei minerali contenuti nelle lave stratificate. Questa composizione dei terreni rende l’area vesuviana particolarmente adatta alla coltivazione di numerosi prodotti agricoli, tra i più noti l’albicocca e il pomodorino del piennolo, e della vite che qui, proprio in virtù della natura dei suoli, risulta essere immune alla filossera e può perciò essere riprodotta autoctonamente senza l’utilizzo delle viti americane: sono, cioè, su piede franco, ovvero sono ancora le viti che vi si acclimatarono millenni fa.
Furono i Romani a sviluppare le potenzialità vinicole del Somma-Vesuvio impiantando la vite da cui ha avuto origine il Lacryma Christi: numerose e famose sono in tutto il mondo e ville romane e le masserie rustiche, riemerse dalle ceneri dell’eruzione che nel 79 d.C. seppellì Pompei e gran parte della piana vesuviana, dove sono stati rinvenuti doli, torchi e altre suppellettili che testimoniano una cultura e un’attività enologica ampiamente diffuse e sviluppate presso gli antichi abitanti di queste terre.